E’ il Museo più alto d’Italia. Si trova a Cavalese, a 1000 metri di altitudine, in val di Fiemme. Il Museo d’Arte Contemporanea dal 2001 ospita mostre internazionali nelle sale settecentesche di Palazzo Rizzoli. E non è nemmeno l’unico, perché la località del Trentino ospita anche, in una residenza rinascimentale, il Museo Pinacoteca della Magnifica Comunità di Fiemme, che conserva opere della Scuola pittorica di Fiemme, (gli Unteperger, Giuseppe Alberti, Paul Troger e Vincenza Rovisi). Conserva anche le antiche gattabuie delle streghe (11 ritenute tali furono condannate al rogo fra il 1501 e il 1505). Inoltre Cavalese vanta palazzi storici e religiosi, il Parco storico della Pieve con il Banco de la Reson, la Chiesa di Santa Maria Assunta e i resti della torre campanaria di San Valerio.
Ora e fino al 2 novembre 2025, il Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese ospita “Tre Atti. Pichler, Zhuka, Marinelli“. E’ una mostra diffusa che valica anche gli spazi del Museo per toccare le sponde del Rio Gambis. Curata da Elsa Barbieri, direttrice del Museo, presenta le opere di tre artisti di diverse generazioni e provenienze.
Di Anneliese Pichler, nata a Cavalese, si possono vedere opere pittoriche su tessuto che esplorano tensioni ed emozioni attraverso gestualità, colori e segni, riflettendo la storia individuale e l’esistenza.
Del fotografo albanese, di Durazzo, Erjola Zhuka sono esposti dei ritratti volutamente imperfetti e grotteschi, per mostrare la realtà senza filtri.
Di Giuseppe Marinelli di Castellana Grotte, dove è nato nel 1990, sono le sculture in fili d’acciaio, che rappresentano animali del territorio per creare un mondo crepuscolare e armonico all’interno del Museo e lungo il Rio Gambis. Grazie a un’illuminazione dedicata le opere sono visibili anche di notte.
«Il progetto espositivo, curato da Elsa Barbieri – si legge nella presentazione -, si sviluppa come un linguaggio sospeso tra astrazione e concretezza, in cui lo spettatore è invitato a immergersi, in un intreccio continuo tra visione e movimento. Le opere pittoriche di Pichler, fotografiche di Zhuka e scultoree di Marinelli sono una sollecitazione all’esistere, senza compromessi, in una vita quotidiana che è piena di ambivalenza, incertezza e percorsi obliqui. La mostra, come indicato da titolo stesso, non ha l’intenzione di accomunare o costringere le ricerche e le pratiche dei tre artisti coinvolti sotto un unico tema principale. Si propone piuttosto come una narrazione articolata in più atti che esplorano, ognuno secondo una diversa prospettiva e chiave espressiva, l’effimera e mutevole natura dell’esistenza, sospesa tra finito e infinito».
(Nella foto di Erjola Zhuka un angolo della mostra Tre Atti Pichler Zhuka Marinelli al Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese)






