Tullio Solenghi come Govi in Pignasecca e Pignaverde Foto Il pigiama del gatto

Con Pignasecca e Pignaverde Solenghi-Govi conquista il Carcano

Govi è in scena al Teatro Carcano. L’immedesimazione è perfetta: Tullio Solenghi sembra davvero Gilberto Govi in Pignasecca e Pignaverde, cavallo di battaglia del famoso attore genovese. Ne indossa metaforicamente la maschera e, grazie a un trucco perfetto, opera di Barbara Petrolati, per 2 ore trasporta gli spettatori in quella atmosfera. È un mondo dal forte spirito genovese, che gran parte del pubblico di allora aveva scoperto attraverso la televisione, che ne trasmetteva le commedie, naturalmente in bianco e nero. E così la vede anche oggi in teatro, perché la scenografia della commedia Pignasecca e Pignaverde è tutta giocata su questi colori – bianco nero grigio -, da cui emergono solo i volti degli attori, con le loro infinite espressioni.

La commedia gioca sullo stereotipo del genovese avaro e lo porta all’eccesso, perché il protagonista Felice Pastorino non perde occasione per dimostrare la sua avarizia, che lui chiama morigeratezza. In nome dell’avarizia è pronto a dare la figlia Amalia in matrimonio al cugino Alessandro, dalla figura certo non appetibile e molto più grande di lei. Ma i vantaggi ci sono e la contrattazione sulla dote, fatta con veloci movimenti delle mani, è uno dei tanti momenti divertenti. Naturalmente Amalia non è affatto disposta ad accettare: è innamorata di Eugenio Devoto, che la ricambia ed è pronto a sposarla. Arriverà una parolina magica che aiuterà a risolvere tutto ed è strettamente legata all’avarizia di Felice. Quale?

«Mangia poco e starai bene, mangia meno e starai ancora meglio». E ancora «In questa casa si mangia troppo, quasi tutti i giorni». Lui lo dice e il pubblico ride. In questa come in molte altre occasioni. Perché i tempi comici sono davvero perfetti, con quelle brevi pause che preludono a parole, commenti tali da sorprendere e indurre alla risata il pubblico di oggi, grazie a un attento adattamento ai giorni attuali.

La commedia, dopo essere stata applaudita in Liguria, è al suo debutto «estero», come ironicamente commenta Tullio Solenghi. Occasione per il dialetto zeneize, il dialetto genovese, di raggiungere un ampio pubblico, oggi come era avvenuto allora attraverso lo schermo televisivo. Ed è un ricordo che riaffiora sul finale, quando arriva in scena un televisore a tubo catodico e si celebra un altro trionfo ligure. Perché tutti si radunano davanti al televisore per vedere il Festival di Sanremo. Siamo nel 1958 e si annuncia il vincitore: “Nel blu dipinto di blu”. E ancora una volta attraverso la voce di Domenico Modugno, lontano dalla tradizione sanremese di allora, il pubblico è conquistato, ben oltre la Liguria.

Accanto a Tullio Solenghi, impareggiabile nel riproporre la maschera di Gilberto Govi – l’inganno è assicurato – è un cast perfetto nei diversi ruoli, da Laura Repetto, la figlia Amalia, che non cerca nemmeno di camuffare tutto il suo fastidio nei confronti del promesso sposo Alessandro Raffo, reso giustamente improponibile da Mauro Pirovano. Appare ben diverso da Eugenio Devoto, a cui Matteo Traverso dà la tenerezza dell’innamorato di Amalia. Tra loro, versione deus ex machina, Isidoro Grondona interpretato con decisione da Roberto Alighieri e Manuel Aguirre, che Stefano Moretti, giocando sull’accento e alcuni termini, rende un credibile imprenditore argentino. Gli altri due personaggi femminili incarnano altre tipiche figure genovesi. Sono la Matilde di Claudia Benzi, che esprime tutto il suo disappunto di fronte al comportamento del marito Felice e Lucia, la cameriera ben resa nel suo mugugno tipicamente genovese da Stefania Pepe.

Marcatamente genovese è anche il titolo della commedia, che ripropone due personaggi come Pignasecca e Pignaverde, protagonisti di una poesia in genovese di Martin Piaggio e diventati emblema dell’avarizia-parsimonia genovese.

Il risultato è uno spettacolo che, oltre a divertire in tutti i suoi momenti, senza mai apparire antiquato, porta in scena lo spirito genovese sotto tutti i possibili aspetti (reali o immaginati). E, in un certo senso, anche dei luoghi, come il porto di Genova. Insieme racconta un’epoca, in cui gran parte del pubblico scopriva e si appassionava alle commedie attraverso il bianco e nero della televisione.

Dopo i due anni sold out di I maneggi per maritare una figlia, in scena ugualmente al Teatro Carcano (i nostri lettori ne avevano potuto leggere la recensione), l’operazione Solenghi – Govi è destinata a continuare anche nel 2026. In questo stesso periodo il prossimo anno Tullio Solenghi porterà Colpi di timone, altro cavallo di battaglia di Govi.

(Nella foto di Il pigiama del gatto, Tullio Solenghi – Felice e Stefania Pepe – Lucia in Pignasecca e Pignaverde)

Pignasecca e Pignaverde
di Emerico Valentinetti

commedia in due atti di Tullio Solenghi e Margherita Rubino

regia Tullio Solenghi

progetto scenografico Davide Livermore
con Tullio Solenghi (Felice Pastorino), Claudia Benzi (Matilde), Laura Repetto (Amalia), Matteo Traverso (Eugenio Devoto), Stefano Moretti (Manuel Aguirre), Roberto Alinghieri (Isidoro Grondona), Mauro Pirovano (Alessandro Raffo), Stefania Pepe (Lucia)

trucco e parrucco Barbara Petrolati

regista assistente Roberto Alinghieri; scenografa e costumista assistente Anna Varaldo

produzione Teatro Sociale di Camogli, Teatro Nazionale di Genova

a Milano, Teatro Carcano, dal 15 al 19 aprile 2025, ore 19.30 (il 19 aprile alle 20.30)