Crisi di nervi, Cechov secondo Peter Stein

Cechov li aveva definiti scherzi scenici. Definizione azzeccata per questi tre atti unici, che Peter Stein ha riunito sotto il titolo Crisi di nervi Tre atti unici di Anton Cechov. Altra scelta che appare azzeccata vedendo lo spettacolo ora a Milano al Teatro Menotti Filippo Perego fino al 9 giugno 2024. A fare da fil rouge ai tre atti unici sono i rapporti uomo-donna, molto problematici pur con modalità differenti. Attorno a loro una società in disfacimento, come i particolari svelano.

Nel primo atto unico, L’Orso, Maddalena Crippa è la vedova avvolta in velo nero, che piange il marito votandosi a clausura e a fedeltà estreme. Ma nulla è come sembra, perché lei sa benissimo che il marito non le era per nulla fedele e le sue lacrime forse sono di breve durata. È pronta a sfidare a duello con la pistola un creditore del marito deciso ad avere i suoi soldi. Ma lei non sa neanche come si usa una pistola. Accanto a lei un servitore molto traballante, come lo sono le sedie di quella stanza, perché questa che li vede protagonisti è una società ambigua, ben diversa da come appare. È la società russa, dove si fa il segno della croce ortodosso e dove si coglie il disfacimento.

Altri problemi uomo – donna appaiono nel secondo atto, I Danni del Tabacco. Un conferenziere (Gianluigi Fogacci) ha ricevuto l’incarico dalla moglie di parlare dei danni del tabacco, ma lui è un fumatore, del tema non sa quasi nulla e invece parla solo della moglie, con cui ha un pessimo rapporto e non riesce più a sopportare. Proprio di questo continua a parlare rivolto al pubblico.

Il terzo atto unico, La Domanda di Matrimonio, dovrebbe avere questo tema al centro. Ma quando lo spasimante va a proporsi alla ragazza iniziano gli scontri. I due litigano dapprima per la proprietà di un terreno, per poi litigare sulla bellezza dei loro cani. Una coppia davvero litigiosa, perché i temi delle contese non sono certo fondamentale, con i due protagonisti parte di una società borghese, di cui anche la tappezzeria scolorita suggerisce una innegabile problematicità.

Qui sono tutti sprofondati in una crisi di nervi (e non sull’orlo). Se questo accomuna i tre atti unici, motivo di divertimento per il pubblico, emergono però anche dei temi tipici di Cechov. Perché quella raccontata è una società in disfacimento, dove l’istituzione del matrimonio si rivela in crisi, pur non essendo rifiutato a priori: nei tre atti, rispettivamente, la prima l’ha vissuto, il secondo ci si dibatte, il terzo è convinto di doverlo affrontare. Bisogna sposarsi, sembra dire il protagonista de La dichiarazione di matrimonio, ma i risultati non sono mai soddisfacenti, come appare negli altri due atti. Ne I Danni del Tabacco il protagonista è ingabbiato in un matrimonio che non lo soddisfa, la prima sembra finalmente in armonia con il marito, ora che è morto: può piangerlo senza più poterne essere delusa. A interpretare questa vedova non troppo inconsolabile è Maddalena Crippa, che le dà tutte le possibili sfaccettature.

Ugualmente perfettamente in parte sono tutti gli altri attori di Crisi di nervi Tre atti unici di Anton Cechov, capaci di trasformarsi durante la pièce. Primo ad apparire in scena in L’Orso è Alessandro Sampaoli, creditore alla fine non più irremovibile. In I Danni del Tabacco Gianluigi Fogacci, dopo essersi scagliato contro la moglie, si impaurisce quando la vede arrivare. In due ruoli diametralmente opposti è Sergio Basile, servitore traballante sulle gambe nel primo atto e genitore paciere nel terzo, che se la deve vedere con i due litiganti. Sono Alessandro Averone ed Emilia Scatigno, che sostituiscono al dialogo un crescendo di irruenza fatta di parole, ma anche di gesti.

Su tutto la direzione di Peter Stein, che porta in scena tre atti unici di Cechov, dove a dominare non sono gli avvenimenti, ma gli stati d’animo dei diversi personaggi. E dove, semplicemente divisi da una chiusura / apertura di sipario, ogni atto unico lascia intuire la crisi dell’istituzione matrimonio, impossibile collante della società russa che non riesce a nascondere il disfacimento.

(Nella foto di Tommaso Le Pera, Sergio Basile e Maddalena Crippa in L’Orso, primo atto unico che apre Crisi di nervi Tre atti unici di Anton Cechov con la regia di Peter Stein)

Qui ulteriori informazioni sullo spettacolo, pubblicate prima del debutto.