Dante Purgatorio visto da Corrado DElia

Dante Purgatorio secondo Corrado d’Elia visto a MTM

A scuola non è certo la cantica della Divina Commedia più amata. Ma Corrado d’Elia con Dante Purgatorio riesce a farcela amare. 

L’inizio sul palco della Cavallerizza MTM è con l’ultimo canto dell’Inferno, protagonista Ulisse e la visione della montagna del Purgatorio. È quella che Dante sta per scalare: elevata, ma non ostica. Le luci rosse che avevano caratterizzato l’Inferno raccontato nel precedente spettacolo diventano ora verdi e poi particolarmente luminose. La disperazione è alle spalle. La montagna è lì, evocata da Corrado d’Elia: non da conquistare, ma da meritare. I versi di Dante incontrano le parole di Corrado che, svelandone i significati, le esalta. Il Purgatorio appare come la cantica più vicina a noi, quella che, parlando di speranza e desiderio, contempla per chiunque la possibilità di migliorare.

Il suo significato, come ascesa verso un futuro migliore, si interseca con altri momenti. C’è l’aspetto legato alla immaginazione che si fa concreta quando si scopre che l’inizio della cantica del Purgatorio è il 10 aprile 1300, giorno di Pasqua, che coincide con l’inizio del primo Giubileo.

Dante Purgatorio è anche un viaggio alla scoperta di alcuni degli episodi più significativi: da Catone a Casella, da Bonconte da Montefeltro a Pia de’ Tolomei. Degli ultimi due Dante racconta la storia in vita e in morte. Con Bonconte da Montefeltro siamo di fronte a uno scontro tra il bene e il male, con l’angelo che ne salva l’anima consegnandola al Purgatorio e il diavolo che invece, perso il controllo sull’anima, ne fa scomparire il corpo. Molto più conosciuta è Pia de’ Tolomei che chiede a Dante di essere ricordata: in pochi versi ne concentra la storia, lasciandone capire l’uccisione da parte del marito.

L’ascesa lungo la montagna del Purgatorio porta all’incontro con Matelda nel paradiso terrestre. Il futuro che si profila è in Paradiso. È la terza cantica della Divina Commedia, momento dell’incontro con Beatrice e con la luce.

I colori della voce di Corrado d’Elia e della luce che fa da sfondo catturano l’attenzione del pubblico.  Diventano emozione che Corrado con passione sa vivere in scena e condividere con la platea. Intersecando i versi di Dante con riflessioni e considerazioni Corrado d’Elia consente di cogliere il significato del Purgatorio, oltre che come opera letteraria. Con le sue parole invoglia ad andare oltre i pregiudizi nati sui banchi di scuola, per riflettere sulla possibilità di tendere sempre al meglio, senza rinunce e invece sapendo capire l’importanza di perdonare e anche perdonarsi. Ne esalta il significato in termini di speranza, capacità dell’essere umano di migliorarsi, fiducia in un futuro diverso. Che si può tradurre, con gli occhi di oggi, nella voglia di rifiutare superficialità e consumismo, in favore di una maggiore attenzione a quanto conta veramente per una vita migliore.

(Nella foto, Corrado d’Elia in Dante Purgatorio)

Dante Purgatorio

da Dante Alighieri

progetto e regia di Corrado d’Elia

con Corrado d’Elia

scene di Chiara Salvucci

produzione Compagnia Corrado d’Elia

a Milano, MTM La Cavallerizza, dal 6 al 18 maggio 2025