La Dodicesima notte secondo Giovanni Ortoleva

Entra dalla platea ripetendo «Io non sono pazzo. Sono l’uomo più ragionevole d’Illiria: lo giuro». Quando si apre il sipario e Malvolio sale sul palco del Teatro Carcano si rivela una scenografia inattesa, a gradoni. La Dodicesima notte nella visione di Giovanni Ortoleva si svela come un racconto di voglia di emergere in un mondo di forti differenze sociali, dove l’amore, le relazioni amorose sono uno strumento per salire quei gradini. E’ una storia in un mondo che Shakespeare ha costruito staccandosi dalla realtà, ma, con gli occhi di oggi, è anche un mondo che ci appartiene. Così gli attori, sempre in scena, vestono abiti contemporanei.

Questo gioco di falso e reale continua nella scenografia, che, a gradoni, è sormontata da un bassorilievo con un gran numero di putti, che ricorda pitture rinascimentali. Ma quei putti a dimensione gigante sono più inquietanti che rasserenanti. E sono tutti verdi, come tutta la scena. Il verde, sosteneva Artaud, è il colore del teatro.

Questa è la dodicesima notte, che ai tempi di Shakespeare veniva calcolata partendo dalla notte di Natale, una notte in cui chi aveva un ruolo sociale elevato cambiava, scendendo in basso e viceversa. Una notte di inganni e anche di amori poco legati ai sentimenti. E La Dodicesima notte è una storia di inganni. Viola si traveste da Cesario e così va alla corte del duca Orsino e se ne innamora. Ma Orsino ama Olivia, che lo rifiuta perché, vestita di nero con parasole in tinta, è in lutto per la morte del fratello. Però quando vede Cesario mandato da Orsino se ne innamora.

Inganni e amori che sul palcoscenico del Teatro Carcano si moltiplicano. Perché Viola è interpretata fin dall’inizio da un attore maschio, che comunque assume nuove vesti come Cesario. Ma alla fine diventa anche Sebastiano, il fratello che Viola pensava di aver perso durante quel naufragio in seguito al quale era finita sulle coste dell’Illiria. Stupita: «Che ci faccio in Illiria?». E subito dopo chiede a chi la sta aiutando nel travestimento «Non rivelare chi sono io». Lo chiede al fool Feste, che il costume quasi da Arlecchino con losanghe bicolori in questo caso evidenzia.

Secondo le indicazioni contenute nel copione di Shakespeare ci sono delle parti musicali: così sul lato sinistro della scena si vede un pianoforte verticale. Si richiama anche un gioco metateatrale quando si sentono le parole «Questa battuta non è nel testo». E un’altra battuta, «Qual è il vostro rango?», evidenzia ancor più questa attenzione alle condizioni sociali che però si vogliono scalare. Così Malvolio cade nell’inganno tesogli quando gli fanno credere all’esistenza di una lettera in cui Olivia gli dichiara il suo amore. È una lettera naturalmente falsa, naturalmente da immaginare per il pubblico. Più suggerito alla fine è l’amore a più lati tra i protagonisti. Mentre in boxer bianchi, da cui spuntano le calze arancioni, Malvolio alla fine ripete «Non sono pazzo».

I cinque atti della commedia di Shakespeare sono compattati in uno solo da Giovanni Ortoleva. Che sceglie una messinscena non tradizionale, capace di non tradire lo spirito originale, ma con più suggestioni attraverso scenografia, costumi, utilizzo dello spazio teatrale. Così conquista il pubblico raccontando una storia che, pur con modalità differenti, ha ancora dei lati attuali. Del resto Shakespeare aveva scelto oltre a La Dodicesima notte anche il titolo “o quello che volete”.

(Nella foto di Luca Del Pia ©LAC Lugano Arte e Cultura una scena di La Dodicesima notte con adattamento e regia di Giovanni Ortoleva)

La Dodicesima notte (o quello che volete)

di William Shakespeare

traduzione Federico Bellini

adattamento e regia Giovanni Ortoleva

con (in ordine alfabetico) Giuseppe Aceto, Alessandro Bandini, Michelangelo Dalisi, Giovanni Drago, Sebastian Luque Herrera, Anna Manella, Alberto Marcello, Francesca Osso, Aurora Spreafico

scene Paolo Di Benedetto, costumi Margherita Baldoni, luci Fabio Bozzetta, progetto sonoro Franco Visioli

produzione LAC Lugano Arte e Cultura

in coproduzione con Fondazione Luzzati Teatro della Tosse, Teatro Carcano, Associazione Culturale Arca Azzurra

a Milano, Teatro Carcano, 13, 14, 15 marzo ore 19.30 – 16 marzo ore 20.30 – 17 marzo ore 16.30