L’avversario lettura inquietante, ma è tutto vero

Le domande sono tante. Inevitabile porsele sentendo L’avversario, la storia raccontata in un libro da Emmanuel Carrère. Storia vera, pur se incredibile. Al Teatro Gerolamo a Milano la fanno rivivere con una lettura interpretata Arianna Scommegna e Mattia Fabris, accompagnati alla chitarra da Massimo Betti. Al leggio o seduti in proscenio diventano di volta in volta la voce dello scrittore, degli amici increduli, dello stesso Jean-Claude Romand, protagonista della storia.

I due attori e il pubblico con loro vivono tutte le possibili emozioni che il libro stesso suscita. Prima sembra tutto irreale. Poi prevale l’incredulità. Infine è l’orrore, perché questa è una storia tragica, storia di morte, di uccisioni, ma anche di una vita trascorsa all’insegna di falsità e menzogne. Quella al centro di L’avversario è la storia di Jean-Claude Romand, che ha costruito un castello di bugie rimasto in piedi per 18 anni. Tutti hanno creduto alle sue parole. Ma nulla di quanto aveva raccontato era vero. Laurea in medicina, ricercatore all’Organizzazione Mondiale della Sanità a Ginevra, capacità di investire milioni di franchi: nulla era vero. Lo era solo la sua capacità di spendere i soldi affidatigli da parenti e amante per investirli. Una storia che appare surreale?

18 anni dopo, trascorsi nei parchi, nei boschi, in auto senza fare nulla e senza destare sospetti, uscendo invece tutte le mattine per far credere di andare al lavoro, Jean-Claude Romand il 9 gennaio 1993 uccide tutta la famiglia con metodo. E continua il giorno dopo, uccidendo genitori e cane. Perché? Il castello di bugie era caduto? Possibile che nessuno negli anni avesse scoperto che lui all’OMS non aveva nemmeno un ufficio?

Ci si chiede anche come sia possibile sparare con freddezza a due figli, dopo aver visto con loro la videocassetta dei tre porcellini e come sia stato possibile raccontarlo con altrettanta freddezza al processo, visto che la fine con suicidio era fallita.

Tante domande dunque che riguardano questa storia. Ma anche una domanda che riguarda tutti: siamo anche noi così soli con delle vite che non interessano a nessuno?

(Nella foto, Mattia Fabris, Arianna Scommegna e il chitarrista Massimo Betti agli applausi al Teatro Gerolamo, dopo la lettura dal libro L’avversario di Emmanuel Carrère)

L’avversario

reading teatrale dal romanzo di Emmanuel Carrère

con Arianna Scommegna e Mattia Fabris e Massimo Betti alla chitarra

produzione ATIR

a Milano, Teatro Gerolamo, 6 e 7 aprile 2024