L’eterno marito, storie che si intersecano al Franco Parenti

Questo non è semplicemente l’adattamento per il teatro del romanzo di Dostoevskij. Anche se L’eterno marito, uno dei meno noti romanzi di Fëdor Dostoevskij, fa da filo conduttore dello spettacolo, andato in scena al Teatro Franco Parenti.

Il video di una periferia (forse milanese) scorre sul fondale mentre Velcianov e Pavlovic si incontrano. Sono i protagonisti del romanzo L’eterno marito: tra loro Natalia, amante di Velcianov e moglie del consapevole Pavlovic.

Natalia è morta e Pavlovic vuole informarne l’altro: i rapporti tra loro continuano con Pavlovic che affida a Velcianov la figlia Lisa. Ma è malata e ben presto muore: chi è, di chi è veramente figlia? Velcianov troverà una risposta?

A teatro la storia raccontata da Dostoevskij si interseca con quella dei due attori. Ora si chiamano con il loro nome e sono i loro problemi a scontrarsi in una scena che è alternativamente interno casa ed esterno grazie ai video. Sempre più le due storie si intersecano: il racconto di Dostoevskij incontra la storia dei due attori, Ciro che considera l’altro un maestro, Francesco che gigioneggia. Chiede le luci in sala, gira in platea, balla con le spettatrici.

Quando Pavlovic informa l’altro che sta per sposare una ragazzina molto più giovane e vuole presentargliela le luci vengono accese di nuovo: la platea diventa la ricca famiglia Zakhlebinin. È un matrimonio inaccettabile, ieri come oggi e non può essere approvato. Così una nuova sorpresa si materializza sotto forma di uno seduto tra gli spettatori che riporta Pavlovic alla realtà: in che modo?

Le sorprese si susseguono quando Velcianov ripensa a Natalia – era incinta? Di lui? – interviene quello stesso spettatore, mostrando qualcosa di inatteso.

Proprio questo continuo intersecarsi di piani differenti rappresenta la forza di attrazione dello spettacolo. Si incontrano e si incrociano epoche, storie, considerazioni diverse. Per farlo Claudio Autelli con la sua regia utilizza linguaggi differenti. Che intersecano parole, video, azioni, scritte, spettatori, coinvolti anche riprendendoli con la telecamera, mentre anche le luci continuano a cambiare. Come si susseguono le sorprese, fino a quella finale scritta da Dostoevskij, materializzata attraverso il video.

Più sorprese, naturalmente tutte da scoprire, senza dimenticare che questo non è un semplice adattamento da un romanzo, seppure non molto famoso come L’eterno marito. Di un autore invece più volte portato in scena adattando i suoi romanzi. Ma i personaggi di Dostoevskij, pur con differenze dovute ai tempi e alle necessità di un romanzo, non sono molto diversi dagli esseri umani di oggi: l’incrocio proposto da Claudio Autelli lo evidenzia. Insieme dimostra quanto il teatro oggi possa avvalersi di tutti i linguaggi per raccontare in modo incisivo.

L’adattamento del romanzo breve di Dostoevskij è curato da Davide Carnevali. Suo, andato in scena la scorsa stagione, è Ritratto dell’artista da morto, pieno di sorprese, di cui i nostri lettori hanno potuto leggere la recensione su queste stesse pagine.

(Nella foto, da sinistra Francesco Villano e Ciro Masella protagonisti di L’eterno marito, mentre si guardano nel video nei ruoli di Pavlovic e Velcianov)

L’eterno marito

da Fëdor Dostoevskij

libero adattamento Davide Carnevali

regia Claudio Autelli

con Ciro Masella e Francesco Villano

in video Sofija Zobina e Lia Fedetto

produzione Teatro Franco Parenti / LAB121 / TrentoSpettacoli

a Milano, Teatro Franco Parenti dal 9 al 18 febbraio 2024 | Sala A