Divina Commedia Opera Musical, un viaggio magico

«Buon viaggio» è l’augurio. Così inizia la Divina Commedia Opera Musical, che attraverso le proiezioni ci porta dalla quotidianità attuale, con le strade trafficate di Firenze, a ritroso attraverso la bellezza della musica con lo spartito della Traviata, dell’arte con Michelangelo e Caravaggio, della creatività con Leonardo, della scienza con Galileo fino alla poesia di Dante. Attraverso la voce di Giancarlo Giannini, che si immedesima in Dante (e succederà più volte), cogliamo il momento in cui inizia a scrivere. E anche la magia ha inizio, con delle immagini risultato di proiezioni sul velatino. Lì leggiamo i versi più famosi, come «Nel mezzo del cammin di nostra vita». La musica si incontra con suoni, rumori, parole, mentre Dante è immerso nella scenografia che, grazie alle proiezioni in videomapping 3D, appare sempre più viva. Con l’alzarsi del velatino si assiste all’incontro con Virgilio, a cui Dante scoraggiato chiede aiuto.

Con Caronte siamo traghettati all’Inferno. E’ la possente voce di gipeto che ci racconta tutta la drammaticità dell’inferno, dove Dante e Virgilio incontrano alcuni dei personaggi più famosi della Divina Commedia. Prima Francesca, protagonista con Paolo di un grande amore, ma colpevole, perché frutto di un tradimento nei confronti del marito. Poi la foresta con rami rinsecchiti di Pier delle Vigne, morto suicida. Ed è la volta di Ulisse, condannato per l’inganno perpetrato con il cavallo, che si ritrova tra mari tempestosi, mentre è nel ghiaccio che si dibatte il conte Ugolino.

Con Catone il primo personaggio che Dante e Virgilio incontrano nel Purgatorio si parla di libertà. Lui la canta, mentre sul fondale vediamo schierati degli armati, e le coreografie sono giocate sulla lotta tra i danzatori, per sottolineare l’importanza di battersi per la libertà a qualunque costo.

Quando l’incenso arriva a profumare la platea è la volta di Pia de’ Tolomei. Che più volte incita Dante a non dimenticarla e non dimenticare che è stato il marito a ucciderla. E’ sicuramente il personaggio più famoso del cantico del Purgatorio e con la sua dolcezza conquista la scena. Con gli occhi di oggi viene istintivo pensare che questo non è amore, mentre era amore quello di Francesca e Paolo. Di amore si parla anche quando la poesia conquista la scena, attraverso l’incontro di Dante con Guido Guinizelli e Arnaut Daniel, entrambi poeti e grandi amici.

Ed è la volta di Matelda. Lei canta la primavera. Con lei arriva la luce: ci stiamo avvicinando al Paradiso e qui Virgilio deve abbandonare Dante. La luce guida anche gli spettatori, quando dei fasci di luce esaltano la processione del Grifone, con delle figure eteree – le virtù teologali e cardinali – che arrivano sul palco passando dai corridoi della platea.

Siamo all’incontro con Beatrice: la commedia è conclusa con il viaggio dal buio alla luce, dall’Inferno al Paradiso.

La materia certo non è facile. In molti abbiamo studiato la Divina Commedia a scuola, tutti ne conoscono almeno qualche verso, ma pochi l’hanno davvero amata. A teatro riesce a conquistare e coinvolgere il pubblico. Lo fa in particolare attraverso le immagini, con le proiezioni in videomapping 3D che ricostruiscono le tante ambientazioni, dando per ogni quadro la sensazione di un protagonista immerso nella storia. I colori e le luci, oltre a trasportare gli spettatori nel buio dell’Inferno o nelle luci del Paradiso, raccontano anche gli stati d’animo del protagonista. Le coreografie, anche con momenti acrobatici, esaltano alcuni canti e addirittura il pubblico in un frammento della storia si sente avvolto nel profumo. Su tutto la musica, sia pure non facile né popolare, più vicina all’opera lirica (e per questo in grado di piacere ai melomani) – il termine musical presente nel titolo indica la presenza di recitativo e coreografie -, ben interpretata dalle splendide voci.

Accantonati i temi politici, rilevanti invece allora per Dante, tutto concorre a raccontare temi universali, come la forza dell’amore, l’amicizia, l’importanza della libertà, ma anche la lotta e la violenza. Su tutto, la poesia come strumento per comunicare sentimenti ed emozioni.

Mai comunque si dimentica che Dante fa di questa commedia qualcosa di divino: ce lo ricorda Giancarlo Giannini, raccontando i momenti di scrittura e ce lo ricordano le pagine del manoscritto che scorrono.

Qui la presentazione dello spettacolo, con l’indicazione del cast e tournée.

(Nella foto, Catone che parla di libertà. E’ una delle scene di Divina Commedia Opera Musical andata in scena a Milano al TAM Teatro Arcimboldi)