Il primo giorno della mia vita al cinema

Piove fragorosamente. E’ la prima scena di Il primo giorno della mia vita, nuovo film di Paolo Genovese tratto dal suo stesso romanzo. L’atmosfera appare subito misteriosa, con una station wagon con i quattro posti occupati. Vista dall’esterno mostra però solo il guidatore. Chi sono gli occupanti? Quando l’uomo li porta all’hotel Columbia questi scoprono che non c’è acqua, il bar non ha nulla per la colazione e tutto appare anomalo. Non vi serve niente di tutto questo, dice l’uomo (Toni Servillo).

Siamo morti? Chiedono loro. Né vivi né morti è la risposta dell’uomo sempre più misterioso (chi è?). I quattro hanno storie molto diverse. Arianna (Margherita Buy), poliziotta con una figlia sedicenne morta improvvisamente, la vediamo per la prima volta con una pistola in mano. Emilia (Sara Serraiocco) è una atleta di ginnastica artistica, sempre medaglia d’argento, specializzata nella trave. Ma una volta da lì è caduta rovinosamente. Napoleone (Valerio Mastandrea) è un motivatore impegnato davanti a grandi platee. Daniele (Gabriele Cristini) è un bambino grassottello, che il padre ha costretto a fare video YouTube dove si ingozza di ciambelle. È il padre che mira a un numero di follower a molti zeri e Daniele l’asseconda.

Sono persone molto diverse tra loro, ma con qualcosa di molto importante in comune. Di che cosa si tratti il film Il primo giorno della mia vita permette di scoprirlo poco a poco. Riserva non poche sorprese, giocando su un tempo dilatato, dove un secondo può durare molto più a lungo. Questo è il tema fondamentale che percorre tutto il film. Affiorano però inevitabilmente anche altre considerazioni, che colpiscono alcuni comportamenti legati a social e tivù.

Daniele è costretto dal padre a rischiare la vita, lui diabetico, ingurgitando grandi quantità di ciambelle e altro cibo non propriamente sano per postare i video su YouTube. I follower aumentano, la salute di Daniele peggiora. Sembra tutto assurdo? Proprio ingurgitando grandi quantitativi di cibo scaduto un ragazzo americano è diventato una star di YouTube, ma per questo è morto. Ancora Daniele ride quando gli vengono mostrati in televisione atleti che cadono, proprio come si vede in una trasmissione televisiva. Proprio per una caduta Emilia è rimasta paralizzata e costretta in sedia a rotelle.

Il film tradisce un profondo dolore, dal quale è possibile fuggire? Emilia sale sul davanzale del terrazzo al 20º piano di un grande albergo. È largo come la trave, l’attrezzo di ginnastica artistica di cui lei era una atleta di successo, ma sempre medaglia d’argento. L’esibizione questa volta è strepitosa, da medaglia d’oro. Ma pericolosissima. Che cosa l’ha indotta a salire sull’insolita trave e come concluderà l’esercizio? La risposta è il libero arbitrio. Che è quella che riguarda anche tutti i protagonisti di Il primo giorno della mia vita. Tutti disperati? A volte però la disperazione ha percorsi sottili e imponderabili all’esterno.

(Nella foto di Maria Marin, una scena di Il primo giorno della mia vita, il film di Paolo Genovese ambientato a Roma. Da sinistra, Toni Servillo, Margherita Buy, Valerio Mastandrea. In carrozzella, Sara Serraiocco con il piccolo Gabriele Cristini).

Il primo giorno della mia vita

di Paolo Genovese

con Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Margherita Buy, Sara Serraiocco, Gabriele Cristini e con Vittoria Puccini e con la partecipazione straordinaria di Lino Guanciale

Dal 26 gennaio 2023 solo al cinema