Mia Photo Fair, la fotografia oggi, il nostro sguardo

Raccontare, ricordare, coinvolgere, ma anche immaginare nuove visioni: è la fotografia oggi, che piace anche ai più giovani. Tutto questo lo si è visto a Mia Photo Fair, la fiera della fotografia come espressione artistica svoltasi a Milano dall’11 al 14 aprile 2024 con la presenza di 270 artisti. Con la nuova organizzazione, Fiere di Parma, nuovo direttore artistico Francesco Malgara e la nuova location all’Allianz Mico, ha scelto di declinare il cambiamento nelle sue diverse forme, che riguardano la fotografia. A volte è un cambiamento che coinvolge il modo di raccontare i luoghi. Così nello spazio Gloc con foto a grandi dimensioni le città appaiono irreali, risultato di un insieme di più lati di città come Matera o Milano o anche la Liguria. Oppure, giocando sul colore del tram e il bianco e nero delle vecchie case e dei grattacieli sullo sfondo, ieri e oggi si uniscono per una visione che racconta Milano.

Con sovrapposizioni, risultato di esposizione multipla non digitale Davide Bramante racconta New York. In dimensione 150×230 i luoghi e chi li abita si fondono insieme.

Sono invece le luci notturne delle città quelle che coglie Luca Campigotto. Ne risultano immagini affascinanti con le città colte attraverso le luci dei grattacieli. Oppure è il ponte di Brooklyn che si intravvede in una New York che cattura l’attenzione.

All’opposto sono i colori pastello con cui Fabiano Parisi racconta degli angoli di Miami, giocando con effetti stranianti.
Ma c’è anche il lato meno poetico delle città. Attraverso le immagini b/n di Gianni Berengo Gardin, che mostra l’arrivo impattante delle grandi navi da crociera a Venezia, la città sembra sotto attacco. Le foto sono una dimostrazione di quanto Venezia stia rischiando per il piacere dei turisti in crociera.

Da un altro modo di entrare nei palazzi nascono le foto biancoenero di Simone Florena, che coglie il gioco di scale all’interno o nelle corti di edifici storici a Napoli. Sono scale decorative di Palazzi storici, ma anche scale funzionali in una città verticale come Napoli, colte con scorci insoliti. Le foto verticali sono stampate su carta Hahnemuhle 70×100.
Poi nei luoghi ci si può mimetizzare. E’ quanto da anni fa Liu Bolin. Ora, nascosto tra frutta e verdura, tra i libri o tra i fiori, è sempre più difficile individuarlo.

Altri sono invece ben visibili. Candido Baldacchino gira per le strade cogliendo gli abitanti. A volte sono in pose curiose, altre volte loro stessi appaiono come personaggi che si distinguono.

Lasciate le città è sempre più evidente di quanto il pianeta stia subendo i cambiamenti climatici, risultato di comportamenti scriteriati perseguiti nei secoli. E a cui ora, faticosamente, si cerca di porre un rimedio. Anne de Carbuccia mostra quanto si sta facendo per preservare il ghiacciaio del Presena. Nelle foto, la serie blu, Blue thread, il ghiacciaio è coperto da teli, che dei fili blu ne permettono l’identificazione, cercando così di proteggere il ghiacciaio dal riscaldamento del clima, evitando che il ghiaccio fonda. «Do voce a tutti i ghiacciai del mondo – spiega – che si stanno sciogliendo e che non vogliamo perdere».

Quasi in contrapposizione, ricordo di come erano le montagne e i ghiacciai (e della loro bellezza), sono le foto realizzate da Vittorio Sella a fine Ottocento su lastre 30×40 con macchine a banco ottico, che permettevano una qualità elevata a costo di una mobilità più difficoltosa. Mostrate al Mia Photo Fair dalla Fondazione Sella, che conserva un milione di fotografie, ancora oggi sono immagini splendide. A conferma, un pannello, a fianco delle foto al Mia Photo Fair, ricorda quanto Ansel Adams considerasse Vittorio Sella come ispiratore del suo lavoro.

Risultato di altro evento distruttivo – questo che si ripete nei secoli – è il terremoto. Quello dell’Irpinia del 1980 è raccontato da Maurizio Galimberti con i suoi mosaici che questa volta sono composti con giornali e titoli dell’epoca.

Ma c’è anche la distruzione dei luoghi dovuti alla guerra fotografata da Gabriele Micalizzi. Sono foto che colpiscono al cuore, dimostrando di come le guerre lasciano tutto distrutto: tolgono la vita alla gente, ma anche alle città. Accanto, altre foto mostrano i lacrimogeni e gli idranti ad Atene come a Istanbul.

Tra oggi e ieri si può considerare lo sguardo con cui Paolo Ventura rende protagonista Parigi, influenzato da uno scritto di Ungaretti. Tornato a Parigi nei giorni dell’armistizio nel 1918 aveva trovato la città tappezzata di scritte A bas Guillaume, riferite all’imperatore di Germania. Coincidevano con il momento in cui aveva trovato morto il suo amico Guillaume Apollinaire. Con la sua particolarissima tecnica, che unisce luoghi, personaggi e segni colorati, Paolo Ventura ha realizzato il nuovo ciclo parigino che presenta immagini poco raccontabili, ma di grande fascino.

Tra ieri e oggi, giusto omaggio che il Mia Photo Fair ha reso a un famoso fotografo scomparso a febbraio, sono i ritratti di Carlo Bavagnoli. Hanno per soggetto famosi artisti, tra i quali Giacometti, Piero Manzoni, Marino Marini e, tra gli altri, Attilio Bertolucci colto di spalle mentre guarda una casa in un borgo dell’Appennino parmense nel 1974. In un altro ritratto Pasolini è ripreso nel 1960 sullo sfondo dei caseggiati romani, luogo di ambientazione di suoi film. Le foto sono parte della collezione d’arte Fondazione Cariparma – Fondo Carlo Bavagnoli.

La fotografia è anche strumento di pace. A Mia Photo Fair alla fine si è vissuta una «stretta di mano artistica» per la pace. Gli artisti Michael Ackerman (Israele) e Ramak Fazel (Iran) hanno deciso di scambiarsi le loro opere, esposte rispettivamente nelle gallerie Spot Home Gallery e Viasaterna, nella sezione “Oltre i confini del Mediterraneo”. Hanno fatto abbattere il muro che separava gli stand e si sono scambiate le opere, per lanciare un messaggio di pace, speranza e convivenza, esprimendo solidarietà e vicinanza a entrambe le popolazioni, iraniana e israeliana.

La prossima edizione del Mia Photo Fair è annunciata dal 3 al 6 aprile 2025.

(Qui l’esposizione multipla non digitale con soggetto New York realizzata da Davide Bramante nel 2022 esposta a Mia Photo Fair – foto courtesy Fabbrica Eos)