Testimone d’accusa, da Agatha Christie al Teatro Manzoni

È un giallo dal meccanismo perfetto, firmato Agatha Christie. Ma Testimone d’accusa con regia di Geppy Gleijeses, ora al Teatro Manzoni a Milano, non è solo questo. Certo riserva un gran numero di colpi di scena e lo fa quando meno lo si aspetta. Con una scenografia semplice che prevede solo due ambientazioni, lo studio dell’avvocato e il tribunale, e momenti esaltati dalla luce, gioca invece molto sulla forza espressiva degli attori. Basta guardare il variare delle espressioni di Giulio Corso, che nel breve volgere di pochi minuti rende il suo personaggio ingenuo, intelligente, furbo, spregiudicato, conscio di poter contare sulla bellezza per conquistare tutti. Non parliamo poi di Vanessa Gravina, tutta da scoprire nelle varie fasi dello spettacolo, fino a sostenere un ruolo per nulla facile.

Fantastici entrambi, perfetti nei loro ruoli. Come l’«avvocato» Paolo Triestino e gli altri attori per un grande cast. Non aggiungiamo altro: è uno spettacolo da gustare.

Non è nemmeno solo un meccanismo giallo a orologeria. Vi sono più risvolti psicologici e tante occasioni per il pubblico di sentirsi toccato da vicino.

Traspare forte anche il clima british, con il tè delle cinque, il parlare del tempo e dei problemi metereologici, il tribunale che assomiglia molto a quelli che si vedono nei film. L’ambientazione anni ’50, vicina a quella della pièce teatrale originale, traspare soprattutto dall’abito indossato da Vanessa Gravina, oltre che dal giuramento con nomina della regina. Ed è importante, perché in quegli anni in Inghilterra c’era ancora la pena di morte per condannati per omicidio.

E’ proprio in tribunale che si svolge quella che possiamo considerare la seconda parte di Testimone d’accusa. Tra parrucche e toghe e con il ticchettio della macchina per stenografare come colonna sonora, vediamo più personaggi salire sul banco dei testimoni. Leonard Vole è accusato di aver ucciso una signora 56enne, che era molto ricca. Al punto da lasciargli una grande eredità. Roamine Heilger, moglie di Leonard, una attrice tedesca che lui aveva salvato portandola in Occidente da Lipsia, occupata dai Sovietici – siamo negli anni ‘50, appunto – dapprima sembra confermare l’alibi. Per poi smentirlo completamente in tribunale. Sicuramente mente, ma quando? Quando sostiene l’alibi del marito o quando lo sconfessa? Noi non aggiungiamo nulla per non togliere le sorprese, che saranno tante.

L’inizio è di fuoco. Lo è anche il seguito, che riserva anche tante battute, oltre a quella fulminante e di particolare rilievo, che vi lasciamo scoprire. In più, altre battute brucianti (e non casuali): mai fidarsi delle donne, è il commento dalla parte maschile, che fa il paio con il commento femminile (Voi uomini siete stupidi e ipocriti). Attenti però, non sono semplici battute, risultato di pregiudizi ed è importante cogliere i risvolti psicologici.

Un consiglio: non andate a cercare il film che Billy Wilder trasse dalla pièce di Agatha Christie, con Marlene Dietrich, Tyron Power, Charles Laughton. Vi rovinereste la visione dello spettacolo, che invece è in grado di entusiasmare. Perché, oltre che un giallo e un dramma giudiziario, questa è una storia con risvolti sempre attuali, che parla di passione e di pulsioni umane. Alla fine le riflessioni stimolate saranno più di una.

A ogni replica, una mezz’ora prima dello spettacolo, nel foyer vengono selezionati sei spettatori per far parte della giuria. Il presidente alla fine avrà il compito di leggere la sentenza.

«Buoni brividi a tutti» è l’augurio del regista Geppy Gleijeses.

Lo spettacolo, bello e intrigante, con costruzione e interpretazione altrettanto belle, apre la stagione 2023-2024 del Teatro Manzoni a Milano. Che, con il cartellone annunciato, promette risultati anche superiori a quelli della stagione precedente, a loro volta superiori a quelli dell’ultima stagione pre-lockdown.

(Nella foto di Pino Le Pera, Vanessa Gravina e Giulio Corso in Testimone d’accusa)

Testimone d’accusa

di Agatha Christie

traduzione Edoardo Erba

personaggi e interpreti

Roamine Heilger / Vanessa Gravina

Leonard Vole / Giulio Corso

Sir Wilfrid Robarts / Paolo Triestino

Greta, dattilografa di Sir Wilfrid / Erika Puddu

Carter, segretario di Sir Wilfrid / Bruno Crucitti

Avvocato Mayhew / Antonio Tallura

Ispettore Hearne / Francesco Laruffa

Avvocato Myers, pubblico ministero / Michele De Maria

Giudice Wainwright / Sergio Mancinelli

Dottor Wyatt, medico legale / Bruno Crucitti

Janet MacKenzie, governante / Paola Sambo

Sir Hearne – Cancelliere / Michele Demaria

Usciere / Lorenzo Vanità

regia Geppy Gleijeses

Lo spettacolo è dedicato alla memoria del M° Giorgio Ferrara

produzione Gitiesse Artisti Riuniti, Teatro Stabile del Veneto

a Milano, Teatro Manzoni dal 17 al 29 ottobre 2023