Ci si può sentire come un paziente nel nosocomio di Oz, destinato al reparto giallo, con le medicine in mano. È un espediente teatrale perché questo è The twisted side of Oz, uno spettacolo teatrale, costruito per offrire agli spettatori una esperienza coinvolgente mentre racconta la storia di Judy. «Il tuo punto di forza è la voce» le dice un medico, cercando di convincerla ad andare sul set per entrare nel ruolo di Dorothy. Altrimenti c’è Shirley Temple, pronta per il ruolo.
Lo spettacolo è così la storia della grande interprete del Mago di Oz, Judy Garland, voce da contralto, ma che per reggere i ritmi di lavorazione e non ingrassare finì con l’imbottirsi di farmaci. Con particolari corrispondenti alla realtà vissuta da Judy Garland è insieme la riproposta teatrale di un film spettacolare, pieno di fantasia e di trovate. Promosso allora con gli slogan «La più grande emozione cinematografica dai tempi di Biancaneve!» e «Il più grande film nella storia dell’intrattenimento!» la proposta teatrale appare dunque come una vera impresa. Dall’ottimo risultato.
The twisted side of Oz, rendendo gli spettatori partecipi come dei pazienti di un nosocomio, proprio come Judy, induce a pensare come la forza per affrontare la realtà vada trovata in se stessi e non in un sedicente Mago di Oz.
Se questa è la conclusione tutto lo spettacolo è pieno di idee, che giocano intorno al celebre film. Ci sono i personaggi come lo spaventapasseri, l’omino di latta, il leone, più simile al gatto Garfield. E naturalmente ci sono le streghe, qui chiamate primari, per continuare a rivivere l’atmosfera nosocomio. Ci sono Glinda, la buona del Nord e la crudele dell’Est uccisa dalla caduta della casa, fin dal primo momento apparsa sospesa in aria grazie un filo. E arriva la perfida sorella dell’Ovest, che vuole le scarpette rosse appartenute alla sorella. Ora i lucidissimi stivaletti rossi sono ai piedi di Dorothy. Naturalmente c’è anche il mago di Oz, che vuole la bacchetta magica della strega dell’Ovest.
In una atmosfera piena di fantasia, costruita su misura per far sentire gli spettatori maggiormente coinvolti, i personaggi del celebre film del 1939 sono ben presenti. C’è la storia, con una buona dose di fantastico come richiesto. E con un ottimo utilizzo delle luci e degli effetti sonori per evocare anche eventi atmosferici e luoghi. L’ampio rilievo dato alla parte musicale, con la famosa Over the Rainbow, e alla parte cantata, insieme alle belle coreografie e ai bei momenti di tip tap concorrono alla costruzione dello spettacolo.
Ancor prima gli spettatori / pazienti dell’ospedale psichiatrico hanno vissuto due momenti di incontro con pazienti problematici. E’ il preshow che induce a ragionare sul tema.
Perfetti per interpretazione, canto, danza appaiono gli attori. Sono ottimamente calati nei diversi ruoli, capaci di dare ritmo e rendere divertente lo spettacolo, oltreché piacevolmente coinvolgente grazie alla regia di Simone Nardini. Gli attori sono gli allievi della MTS Musical the School impegnati nel saggio di fine anno, che coincide anche con la chiusura della Stagione diversa, sezione musical off, proposta per il primo anno da Imbonati11. Alcuni di loro entreranno nel cast di Hair, il musical prodotto e diretto da Simone Nardini, che sarà in scena durante il periodo natalizio al Teatro Carcano.
(Nella foto, gli interpreti di The twisted side of Oz, momento di fine anno di Mts, la scuola di musical di via Imbonati 11)