Tropicana di Frigoproduzioni in sala Bausch Teatro elfo Puccini

Tropicana, il ritorno al Teatro Elfo Puccini

Tropicana: il motivetto della canzone è orecchiabile, le parole riservano sorprese. Ben sapendo che nessuno vi ha mai prestato veramente attenzione Frigoproduzioni vi ha costruito intorno uno spettacolo, che stimola ben più di una considerazione. Dopo il debutto del 2017 e una nuova versione meglio costruita nel 2019 lo spettacolo ritorna in scena in altra sala milanese. E’ al Teatro Elfo Puccini dall’11 al 13 aprile, all’interno di una settimana dedicata a Frigoproduzioni, insieme a Socialmente. E’ ospite della rassegna Nuove Storie in sala Bausch.

Qui riproponiamo la recensione, ugualmente scritta da chi scrive queste note e pubblicata a fine novembre 2019.

RECENSIONE DEL 2019

«Ridi e non riesci a smettere, ma non solo. Occasione è Tropicana, al cui centro c’è la famosa omonima canzone dell’83, ma ancor oggi canticchiata. Motivetto orecchiabile, scacciapensieri? Se pensate così non avete mai ascoltata bene le parole, come spesso succede con le canzoni.

In scena i quattro attori giocano, soffermandosi su alcune parole. Cercano di sostituire – ma inutilmente perché metricamente perfetto – un verbo che fa ridere, ma ben comprensibile soprattutto in ambiente milanese negli anni ’80, quando la canzone è stata scritta: «la lava incandescente gremava gli hulahop». Francesco Alberici si finge l’autore impegnato nella scelta del verbo, salvo poi svelarsi. Si ride con le intonazioni improbabili di Claudia Marsicano cantante e Daniele Turconi che suona e le chiede delle versioni sempre diverse. Si parla di canzoni famose, di sogni, di Martin Luther King (che cosa suonava? chiede Salvatore Aronica).

Le risate si susseguono e insieme si affrontano temi seri. Perché la canzone era stata incisa dal Gruppo Italiano: loro unica canzone, che ha spopolato – tutti l’hanno cantata in quella estate – ma poi scompaiono. Il nome del gruppo era sbagliato – commentano in scena -, non sono stati capaci di sfruttare il testo come motivo di pubblicità per il famoso succo di frutta: il mercato, la sua forza è determinante per decretare vita o morte di cantanti. Si parla di stereotipi e di canoni artistici: motivi seri, a cui dare rilievo anche sentendone parlare scherzosamente. E qui si ride, mentre si ricorda quante canzoni famose iniziano parlando di sogni: è il caso di Tropicana e di Nel blu dipinto di blu («penso che un sogno così»).

E la canzone Tropicana? Che cosa dice davvero? La scoperta arriva alla fine ed è davvero una sorpresa quando si sente tutto il testo recitato: ci si rende conto che è davvero inquietante, con uno scenario apocalittico e una situazione altrettanto inquietante. Perché è inevitabile pensare a una assuefazione a tutto: ormai si guardano le immagini che scorrono sullo schermo televisivo come se fossero un film o un reality, che comunque poco influenzano la nostra vita. Può essere un reportage di guerra, di distruzione, come dicono le parole della canzone, ma le immagini scorrono oltre, senza riuscire a scuotere chi sta guardando che subito dopo passa oltre. Alla pubblicità del succo Tropicana, appunto. Altrettanto inevitabile rendersi conto che spesso si giudica senza approfondire e basta una bella confezione accattivante per contrabbandare idee, tesi, opinioni.

Gli attori in scena fingono di litigare, ma sono decisamente bravi a cogliere una canzone apparentemente innocua e costruire un solido spettacolo, non «slabbrato». Che dimostra la capacità di mixare occasioni di risate, molte e differenziate, con riflessioni e considerazioni importanti partendo da una canzone famosa, la sua musica e il suo testo, ben consapevoli che pochi fino a quel momento vi avevano prestato attenzione. Il motivetto rimarrà in mente a lungo. Le riflessioni proseguiranno e forse saranno uno stimolo a non lasciarsi incantare dalle apparenze.

Se è rimasto un dubbio, gremare significa squagliare: sono possibili ricerche più approfondite con risultati ugualmente inquietanti.»

Tropicana

regia e drammaturgia Francesco Alberici; collaborazione alla drammaturgia Salvatore Aronica, Claudia Marsicano, Daniele Turconi

con Francesco Alberici, Salvatore Aronica, Claudia Marsicano, Daniele Turconi

scenografia Alessandro Ratti in collaborazione con Sara Navalesi; luci Daniele Passeri

produzione Frigoproduzioni, Gli Scarti, Teatro I

A Milano, Teatro Elfo Puccini, sala Bausch, dall’11 al 13 aprile 2025