Bugiardo seriale, bugie in Costa Azzurra

Si può anche essere un Bugiardo seriale, ma se si vive in Costa Azzurra tutto è perdonato (o quasi). Sicuramente è un piacere per il pubblico che vede il film al cinema. Subito dopo la sigla Casta diva della Gaumont si trova infatti immerso in una splendida verde ambientazione. E poi il mare, la Costa Azzurra, la Corniche, la Nizza notturna. Qui vive Jerome, il protagonista del film Bugiardo seriale. Lui è proprio questo: si diverte a raccontare grandi cose di sé, che si sommano a bugie colossali e scuse ben poco credibili.

Le sue infatti sono bugie ogni volta diverse. Sono scuse per giustificare comportamenti inappropriati, racconti per attirare l’attenzione o apparire più interessante, fantasie a cui vorrebbe credere anche lui, ma che possono metterlo in difficoltà. E infatti così avviene.

Se le bugie e i racconti fantasiosi diventassero reali che cosa succederebbe a Jerome? Con l’intervento della fatina dalla bacchetta magica, sotto forma di un misterioso frate, questo succede. E non necessariamente quello che avviene è meglio di quanto la fantasia aveva creato.

Tra il surreale, il buonista e il romantico il Bugiardo seriale strappa più di un sorriso e una buona dose di risate. Fa ridere il protagonista del film e diverte il film stesso per il succedersi degli eventi. Perché questo bugiardo seriale, diversamente da altri bugiardi, costruisce bugie che appaiono fin dal primo momento traballanti. Gli altri fingono (ma nemmeno troppo) di crederci, perché le sue storie appaiono subito troppo divertenti.

«Jérôme non è un bugiardo malvagio – è il commento del regista Olivier Baroux -. Non è un mitomane, non è mentalmente deviato. Non è nemmeno un truffatore e non fa del male a nessuno, almeno non consapevolmente. È solo un millantatore e un furbacchione, quindi perdonabile, visto che molti si comportano così. Basta guardare TikTok o Instagram: il numero di persone che si inventano una vita è in continua crescita. È un fenomeno sociale che dovrebbe ispirare un dibattito sul perché la menzogna sia necessaria, sulle sue virtù, sulla sua immoralità, sui suoi danni e sulla sua…necessità».

Su tutto, a conquistare gli spettatori, è la location dal grande fascino e l’atmosfera. Che ha anche un richiamo di forte appeal. Perché quando il nostro protagonista guida lungo la Corniche il ricordo può andare facilmente a Cary Grant e Grace Kelly in Caccia al ladro di Hitchcock. In entrambi i casi i limiti di velocità non sembrano così importanti.

Ai ricordi si aggiunge qualche curiosità. Durante il film si vede un Tamagotchi di dimenticato ricordo e nel cast è anche presente Olivier Baroux, il regista di Bugiardo seriale: è nel ruolo di un giornalista.

Curiosità, momenti surreali, sorrisi, risate e le belle location. Sono tutti elementi che possono divertire lo spettatore che si sente ancora in clima vacanze.

Bugiardo seriale

Un film di Olivier Baroux

Con Tarek Boudali, Artus, Pauline Clément della Comédie-Française, Catherine Hosmalin, Karim Belkhadra, Louise Coldefy, Bertrand Usclat, Philippe Vieux, Guy Lecluyse, Florence Muller

Basato sul film Menteur

Una produzione Gaumont in coproduzione con M6 Films