Attore o fotografo? Un bivio con una data precisa: 19 luglio 1979. Quale strada poi Gianfranco Jannuzzo abbia scelto è chiaro a tutti gli spettatori che negli anni lo hanno applaudito a teatro (e ora lo aspettano al Teatro Manzoni per Il padre della sposa). Ma la fotografia, più che come una passione, lo ha sempre accompagnato. In tutti questi anni ha fotografato il mondo del teatro. Il libro Gente mia permette al pubblico di scoprire Gianfranco Jannuzzo come fotografo con delle caratteristiche ben precise: emergono dalle foto, corrispondono al suo carattere.
Girgenti amore mio: una dozzina di anni fa con questo titolo Gianfranco Jannuzzo si è raccontato a teatro. Il libro vi corrisponde: ha un forte carattere autobiografico, che emerge dagli scritti e dalle belle foto realizzate in Sicilia e in particolare ad Agrigento (la Girgenti di pirandelliana memoria). Non luoghi, architetture o paesaggi, ma le persone e spesso i bambini che vi abitano, sempre d’accordo a lasciarsi fotografare. Sono foto risultato di un rapporto di complicità con i soggetti fotografati, grazie all’obiettivo 50 mm. All’inizio, racconta, l’uso del 50 mm era inevitabile, perché le reflex erano vendute con quell’obiettivo. In seguito è stata una scelta per avvicinare i soggetti e fotografarli come risultato di un momento di empatia. Non foto rubate, ma chieste dal fotografo. A volte, a distanza di anni, gli stessi soggetti si sono ritrovati di nuovo davanti all’obiettivo di Gianfranco Jannuzzo.
Sono foto in bianco e nero, non solo per motivi pratici (negli anni ’70 erano più semplici da stampare), ma risultato di una logica atemporale, che ha portato a una corrispondenza con lo stile di impaginazione seguito. Così ieri e oggi si intersecano e i soggetti fotografati diventano simbolo della vita di una città mediterranea, allora come ora.
Sono fotografie ricche di sfumature, dal bianco al nero a un’ampia gamma di grigi, con una perfetta profondità di campo. I soggetti fotografati o sono in primo piano o appaiono dal fondo di strade, sottolineandone così lo stretto rapporto con il loro ambiente. Sono foto che raccontano i soggetti fotografati, ma dicono anche molto del fotografo, sempre attento a costruire un dialogo con gli altri.
Il libro ha anche una profonda anima siciliana, oltre alla ambientazione con tutte le foto scattate ad Agrigento. Siciliano è l’editore, Antonio Liotta, con la casa editrice Medinova con sottotitolo Cultura per andare oltre. Di Agrigento, come Gianfranco Jannuzzo che ne è venuto via a 12 anni, è il fotografo, Angelo Pitrone, che ne ha curato l’edizione.
Alla fine del libro le foto sono riprodotte in dimensione ridotta, con indicazione degli angoli di Agrigento e nome dei soggetti fotografati. La datazione permette di ricostruire un fil rouge tra passato, 1979 e presente.
(Nella foto, la copertina del libro fotografico, con forte carattere autobiografico, Gente mia di Gianfranco Jannuzzo. Nella foto affiancata, il ritratto eseguito da Andrea Ciccalè all’attore, atteso dal 31 gennaio 2023 al Teatro Manzoni di Milano in Il padre della sposa)