Il Malato Immaginario visto al Teatro Manzoni

Ridere con Molière. L’occasione la offre Il Malato Immaginario, ora a Milano al Teatro Manzoni. Molière doveva far divertire il re. Così l’aspetto comico, sottolineato dalla regia di Guglielmo Ferro e dall’interpretazione di Emilio Solfrizzi, nel ruolo del «malato» ipocondriaco Argante, corrisponde perfettamente alle intenzioni dell’autore. Altrettanto perfettamente si attaglia a Solfrizzi, che è un attore comico. Qui oggetto della satira è una società superficiale, ignorante, approfittatrice, attenta a soldi e convenzioni. E in particolare certi medici. Che in scena si presentano con un aspetto volutamente tra il ripugnante e il comico. E comici di nome e di fatto appaiono i due dottori Purgone e Diaforetico (Sergio Basile). E ancor più il figlio di quest’ultimo, Tommaso (Luca Massaro, anche nel ruolo dello spaziale Fiorante).

I medici che deride Molière non sono quelli coscienziosi, ma quelli che vedono il malato come una fonte di reddito. Sono pronti ad assecondarne le fissazioni per guadagnare soldi. Sono proprio quei soldi che Argante conta all’inizio, parlando degli alti costi di clisteri e altri strani intrugli propinatigli.

Sfruttato dai medici e dalla seconda moglie Bellonia (Antonella Piccolo), che mira alla eredità, abbindolato a fin di bene dalla serva Tonina (Lisa Galantini) e anche in un certo senso dalla figlia Angelica (Viviana Altieri), decisa a sposare chi vuole lei, Argante è isolato. Così si muove in una scena ristretta da pesanti tendaggi, che cambiano colore secondo i momenti. Qui al centro è una alta torre con, in fila sulle scaffalature, le boccette delle medicine, come venivano confezionate un tempo. Ed è la torre su cui sale quando è deciso a isolarsi. Qui è anche la grande poltrona, più simile a un trono regale, come Argante si sente, al centro dell’attenzione generale, sia pure per interesse. Ma anche come si sente Molière, ormai padrone di quella scena, da cui fa ridere tutti secondo la propria volontà.

Argante in realtà è sanissimo, nonostante le assurde cure propinategli. Così per Molière rappresenta quello che avrebbe voluto essere lui, che invece tanto sano sapeva di non essere. Collassato alla fine della quarta recita sarebbe morto pochi giorni dopo.

Anche questi sono inganni, in una commedia in cui gli inganni ne sono il motore. I cosiddetti medici ingannano Argante, come lo fa la seconda moglie Bellonia. Tonina inganna Argante (e non solo lui) con più iniziative, tutte però a fin di bene. Anche Argante inganna sé stesso e gli altri, perché sa di essere un malato immaginario, che dietro la malattia si nasconde per sfuggire ai problemi. Al punto da dire «Quanti imbrogli: non ho più nemmeno il tempo di occuparmi della mia malattia». Molière stesso inganna il pubblico, facendo discutere Argante e il fratello Beraldo (Rosario Coppolino) sulle opere di Molière, come se fosse un altro commediografo. Tutti inganni in grado di divertire il pubblico, unico ad avere ben chiaro quanto sta avvenendo.

Gli spettatori ridono per personaggi e avvenimenti, pur cogliendo la profondità delle critiche. Ridono per interpretazione, movimenti, toni di voce. Non per le maschere, che, presenti nel copione originale come intermezzi, sono invece state eliminate in questo allestimento. L’attenzione è invece sull’ottimo cast, con attori che disegnano i loro personaggi ambigui, sleali, sinceri, devoti, secondo i casi.

(Nella foto, con i costumi di Santuzza Calì, al centro è Emilio Solfrizzi. E’ circondato da parte della compagnia di Il Malato Immaginario di Molière, al Teatro Manzoni a Milano fino al 20 novembre 2022)

Il Malato Immaginario

di Molière

con Emilio Solfrizzi e con Lisa Galantini, Antonella Piccolo, Sergio Basile, Viviana Altieri, Cristiano Dessì, Cecilia D’Amico, Luca Massaro e con Rosario Coppolino

Adattamento e Regia Guglielmo Ferro

costumi Santuzza Calì, scenografie Fabiana Di Marco, musiche Massimiliano Pace

Compagnia Molière e La Contrada Teatro Stabile di Trieste in collaborazione con Teatro Quirino – Vittorio Gassmann

A Milano al Teatro Manzoni dall’8 al 20 novembre 2022 (feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30 – sabato 19 novembre ore 15,30 e 20,45). Poi in tournée fino al 26 marzo 2023