Paesaggi Condivisi, il teatro va nei boschi

Troviamoci tra campi e boschi: cammineremo tra la natura e vivremo momenti teatrali. Così si può sintetizzare il progetto Paesaggi Condivisi. In programma nei due weekend dell’8 e 9 giugno e del 15 e 16 giugno ha come sottotitolo “Sette pièce tra campi e foreste”. È un progetto europeo, che a Milano coinvolge realtà culturalmente vivaci come Zona K e Piccolo Teatro. «Con questa partecipazione – fa notare Claudio Longhi – vogliamo potenziare la rete di collaborazioni con altre realtà milanesi teatrali e culturali. Insieme vogliamo raccontare i tempi che stiamo vivendo, riflettendo sul rapporto tra teatro e paesaggio, anche ponendo l’interrogativo di come raccontarlo».

È anche un progetto attento all’aspetto ecologico e alla sostenibilità, infatti in ogni tappa europea vengono coinvolti artisti di quel Paese. Insieme c’è una attenzione a conoscere e valorizzare il territorio, che il progetto coinvolge, perché chi vi partecipa senta forte il desiderio di rispettarlo. O ancora si possono leggere delle parole per analizzare e reinterpretare le nostre rappresentazioni della natura. Ed è anche previsto un invito a esplorare i legami tra scienza, tecnologia, economia e paesaggi.

Dopo l’esperienza fatta a Losanna e Avignone per proseguire in Portogallo, Spagna e Slovenia quella milanese parte alle 14 dalla stazione ferroviaria di Garbagnate Parco delle Groane dove ritorna sette ore dopo. In queste sette ore è previsto un itinerario a piedi nel Parco delle Groane tra sette micro drammaturgie da circa 40 minuti l’una in italiano, scritte però anche da autori con rilievo internazionale.

Le varie tappe prevedono di immergersi nei suoni della natura, ma anche, attraverso visori da realtà virtuale, immaginare quei campi privi di esseri umani, ma a rischio sfruttamento economico.
Per chi partecipa è dunque una immersione nella natura vicina alla città, cogliendone la bellezza, ma anche la fragilità e ascoltando i suoni stessi della natura, dalle cicale al gracidio delle rane, al canto degli uccelli. Insieme ascoltando quella musica e quelle considerazioni che la natura stimola e possono aiutare a volerla proteggere.

E’ anche l’occasione per verificare come una pièce teatrale può avere ispirazioni differenti, nate dalla realtà in cui siamo immersi. E insieme capire che il teatro come spazio fisico ha cambiato nei secoli fisionomia, secondo il modo di vivere del pubblico: si è passati dal teatro all’aperto, per migliaia di spettatori dell’antichità, ai teatri attuali che consentono una maggiore concentrazione in fatto di attenzione, ma anche di numero di spettatori. E ora è possibile uscire dalle architetture teatrali per immergersi nella natura e nei paesaggi che ci circondano.

Ai partecipanti viene dato un kit che comprende una cerata per ripararsi da eventuale pioggia, una coperta, un piccolo seggiolino per chi nelle varie tappe preferisce non stendersi a terra. Sarà così possibile vivere l’esperienza nel modo più intenso e confortevole, cogliendo l’intento e condividendo le aspettative di Caroline Barneaud, curatrice artistica, e di Stefan Kaegi, del collettivo Rimini Protokoll, che hanno ideato il progetto europeo Performing Landscape, di cui Paesaggi Condivisi è parte.

(Nella foto di Camille Blake, una tappa di una micro pièce di Paesaggi Condivisi)