Sguardi Altrove, le registe e il contemporaneo

Lo sguardo delle donne sulla contemporaneità. È Sguardi Altrove, il festival di cinema che si propone di guardare i temi che riguardano tutti attraverso il lavoro di registe. Arrivato alla 30ª edizione conta tanti temi quanti sono quelli che agitano i nostri giorni. Attraverso l’emozione che può suscitare il cinema si parla di diritti umani e di diritti delle donne, di acqua, di surriscaldamento, siccità, guerra, inclusione, disabilità. Una giornata è dedicata alle donne in Iran. Niente lamentele e invece azioni, pensando al futuro delle donne e degli uomini insieme.

Sono otto giorni, a Milano dal 10 al 18 marzo, che scorrono tra incontri, masterclass, performance e proiezioni. Oltre 60 titoli, suddivisi in 9 sezioni, di cui tre competitive, due internazionali, Nuovi Sguardi e Sguardi (S)confinati dedicati rispettivamente ai lungometraggi e ai cortometraggi, e una, #FrameItalia, dedicata al cinema italiano indipendente. Ma anche retrospettive e omaggi, come quello al cinema spagnolo contemporaneo, in collaborazione con il festival Cine por Mujeres di Madrid. Madrina di Sguardi Altrove è Donatella Finocchiaro. Tra gli ospiti Roberta Torre, Michela Andreozzi e Rocio Munoz Morales.

In particolare la sezione competitiva di lungometraggi internazionali dal titolo Nuovi Sguardi comprende 10 film. Marina Visentin, che si è occupata della selezione, sottolinea quanto l’attenzione si sia concentrata nell’offrire lo sguardo più ampio possibile in fatto di provenienza delle registe e dei generi affrontati. A fare da fil rouge è stata la ricerca dell’identità e del proprio posto nel mondo. Tra questi film troviamo una favola nera che affronta il tema del bullismo; il diritto della donna all’amore, anche se non più giovanissima. Inoltre, ancora, un altro film ambientato nella periferia di Managua; un film belga che racconta di due maestre in una scuola per giovani rifugiati.

Nelle altre sezioni di Sguardi Altrove troviamo storie di donne raccontate da registi uomini; il rapporto tra le donne e la scienza e tra le donne e il cinema. Un altro sguardo è rivolto a due attrici all’esordio nella regia. Sono Isabel Ragonese che parla di Rosa Balestrieri e Jasmine Trinca che indaga in modo surreale il rapporto con la madre attraverso una storia ambientata in Albania. Tra le altre iniziative particolari c’è anche la sottotititolazione unita a un sistema di linguaggio dei segni per favorire la visione anche da parte di un pubblico con disabilità uditiva.

Con il programma decisamente ampio Sguardi Altrove si propone anche di riavvicinare il pubblico al cinema e coinvolgere più spazi all’interno della città. Sono infatti coinvolti a Milano Cinema Arlecchino – Fondazione Cineteca Italiana, Cinema Beltrade, Il Cinemino, Auditorium San Fedele, Identità Golose in via Romagnosi 3. A Rho l’Auditorium Padre Reina in viale Filippo Meda 20. E naturalmente c’è la voglia di far comprendere la competenza, la forza e l’attenzione delle donne nel raccontare la contemporaneità che riguarda tutti.

Patrizia Rappazzo, anima, creatrice e direttrice artistica di Sguardi Altrove così commenta questa nuova edizione. «Il festival oggi rappresenta un appuntamento importante con il cinema internazionale diretto dalle donne. Un traguardo raggiunto con difficoltà per la diffidenza, da parte delle istituzioni e dei potenziali sponsor, nei confronti di una manifestazione che negli anni ha dovuto superare numerosi pregiudizi e stereotipi per la consueta attenzione rivolta al mondo femminile. Oggi il tema dei diritti delle donne è in tutte le agende politiche e culturali, ma le donne subiscono ancora giornalmente violenza in famiglia, molestie e discriminazioni sul lavoro. Poco è ancora cambiato. Ma la consapevolezza che la strada da percorrere sia ancora questa, si impone con fermezza dopo 30 anni di lavoro, di fatica e di successo».

(I cambiamenti climatici e l’acqua, uno dei focus di questa 30ª edizione di Sguardi Altrove Film Festival sintetizzato con la foto Materic Water di Bruna Rotunno)