Lacrima e l’abito di Lady D, nuovo spettacolo di Caroline Guiela Nguyen allo Strehler

Al centro di Lacrima c’è un abito. L’abito da sposa di Lady Diana? Potrebbe essere questo, che infatti ha fatto da ispirazione a Caroline Guiela Nguyen nella scrittura dello spettacolo Lacrima, ora in scena al Teatro Strehler. Otto mesi di lavorazione dell’abito, tenuti accuratamente segreti. Così, parlando della lavorazione dell’abito, va in scena la violenza e lo sfruttamento nel mondo dell’alta moda, nascosta, come spesso succede nei casi di violenza, come Caroline ha verificato, visitando dei luoghi dove il segreto nasconde la violenza.

Lacrima, il nuovo spettacolo della artista associata al Piccolo, porta al centro della scena dei mestieri che rimangono nell’ombra. Sono le sarte dell’atelier di Parigi, le merlettaie di Alençon – Caroline racconta di aver incontrato la conservatrice del museo nella città in Normandia famosa proprio per i pizzi – e i ricamatori musulmani di Mumbai.

Sono tipi diversi di violenza, familiare, sociale, politica, geopolitica, che un abito tiene uniti. Emergono in tre luoghi che convivono sulla scena, luoghi di lavoro, ben differenziati grazie alle luci. Qui si muovono gli attori, non tutti professionisti, con un’età dai 18 ai 75 anni, molte donne, ma non solo, perché i ricamatori indiani e lo stilista sono uomini. Tutti tengono molto al loro lavoro, ma è un lavoro spesso in ombra, intessuto di dominazione e sfruttamento.

È uno spettacolo corale, ma forti emergono le storie personali dei vari personaggi, fatte di sfide, di segreti, di violenze. Sono storie che Caroline Guiela Nguyen ha scritto intessendole come un tessuto in questo spettacolo che ha come sottotitolo Una storia contemporanea di lacrime. È un titolo che nasce dalla constatazione di quanto in Francia le lacrime vengano guardate con sospetto, ma lei racconta di aver annotato quando vedeva piangere qualcuno. A volte per stanchezza, per il mal di schiena. Ha visto piangere chi non capiva quanto le veniva detto in ospedale, perché non parlava francese. Ha visto piangere una donna mentre denunciava le violenze subite dal marito.

C’è anche il pianto degli uomini, come lacrime di un’epoca di dominazione. Perché nello spettacolo si parla anche della violenza che i ricamatori indiani subiscono.

I diversi personaggi, i luoghi, il loro lavoro, le storie e quanto, nascosto, vi sta dietro, devono emergere. Così il testo è in francese, parlato da sarte e merlettaie. È in inglese e in lingua tamil parlato dai ricamatori e lo stilista. Tutto è sovratitolato in italiano.

(Nella foto di Jean Louis Fernandez una scena di Lacrima di Caroline Guiela Nguyen al Teatro Strehler)

Lacrima

Testo e regia di Caroline Guiela Nguyen

Una coproduzione internazionale del TnS – Théâtre national de Strasbourg con, tra gli altri, il Piccolo Teatro di Milano

Durata: 175 minuti senza intervallo, con sovratitoli in italiano e inglese

A Milano, Teatro Strehler, dal 28 al 30 novembre 2024, ore 19.30 (Prima nazionale)