Liv Ferracchiati e il suo Hedda Gabler

Hedda Gabler secondo Liv Ferracchiati. L’artista associato del Piccolo ha scelto di portare in scena il dramma di Ibsen partendo da una nuova traduzione. La nuova produzione, che apre la stagione 2022-2023 del Piccolo Teatro, attenta al rapporto tra teatro e realtà, ha anche un titolo con lievi variazioni significative. È Hedda. Gabler. come una pistola carica. Perché, spiega Liv Ferracchiati, Hedda Gabler gioca continuamente con le armi, anche più di quanto indicato da Ibsen, ma la vera pistola carica è lei stessa.

Non è una riscrittura, ma «un affiancamento di un nuovo materiale che esplora l’originale»: così Liv Ferracchiati presenta il nuovo lavoro di cui è regista. Racconta di aver individuato come filo conduttore una dicotomia tra il dovere imposto e la vocazione. Hedda Gabler non riesce a rientrare negli schemi di quella borghesia che si sta costruendo. È piuttosto, come il giudice, una manipolatrice. Ma, aggiunge Liv Ferracchiati, «non mi interessa dare un giudizio morale: mi interessa piuttosto la loro natura».

Come portare in scena il dramma di Ibsen? Liv Ferracchiati ha scelto una «maniera non canonica». Ha preferito un racconto di autofinzione con elementi della sua presunta biografia. All’originale ha affiancato una drammaturgia appositamente scritta. Ha introdotto un personaggio presente nell’ultimo testo di Ibsen, Quando noi morti ci destiamo: è Irene, vista come un doppio di Hedda Gabler. E ha giocato tra elementi d’epoca e contemporanei, ben visibili nei costumi di Gianluca Sbicca, che riproducono quell’intreccio tra verità e artificio, tra realtà e finzione. Così, mentre finora aveva lavorato con gli attori in spazi vuoti, questa volta Liv Ferracchiati ha scelto di mettere gli attori in una scenografia. Che però appare subito finta (finta, ma che rispecchia l’epoca, spiega Giuseppe Stellato), perché tutta realizzata in cartone e perché si sposta nello spazio teatrale, avvicinandosi e allontanandosi dal pubblico.

«Tutto deve apparire palesemente finto – spiega Liv Ferracchiati -, ma è anche sottintesa l’idea di prendere appunti su Ibsen e su Hedda Gabler in un gioco di verità e finzione».

A corollario dello spettacolo sono vari altri appuntamenti. È prevista una rassegna cinematografica all’Anteo, degli incontri sul tema della stufa e altri talk. Inoltre, la presentazione del libro Trilogia sull’identità.

(nella foto di Masiar Pasquali, in un cono di luce, Petra Valentini nel ruolo di Hedda Gabler nello spettacolo di Liv Ferracchiati)

Hedda. Gabler. come una pistola carica

uno spettacolo di Liv Ferracchiati, con scene tratte da Hedda Gabler di Henrik Ibsen

traduzione di Andrea Meregalli

dramaturg di scena Piera Mungiguerra, aiuto regia Anna Zanetti

scene Giuseppe Stellato, costumi Gianluca Sbicca, luci Emiliano Austeri, suono Spallarossa, consulenza letteraria Andrea Meregalli, lettore collaboratore Emilia Soldati

con Petra Valentini (Hedda Gabler), Liv Ferracchiati (Ejlert Løvborg) e, in ordine alfabetico, Francesco Alberici (Jørgen Tesman), Giulia Mazzarino (Irene), Renata Palminiello (Signorina Tesman), Alice Spisa (Signora Elvsted), Antonio Zavatteri (Giudice Brack).

Foto di scena Masiar Pasquali

produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa

a Milano al Piccolo Teatro Studio Melato (via Rivoli 6 – M2 Lanza), dall’1 al 22 dicembre 2022 (martedì, giovedì e sabato, ore 19.30; mercoledì e venerdì, ore 20.30; domenica e festivi, ore 16).
Repliche annullate dal 6 al 10 dicembre compreso.

Le recite di giovedì 1°, sabato 3, giovedì 15, sabato 17 dicembre sono sovratitolate in inglese (a cura di Prescott Studio)