Nota stonata visto al Teatro San Babila

La musica è protagonista. In Nota stonata, ora a Milano al Teatro San Babila, lo è molto più di quanto gli inizi lasciano presagire. Legati alla musica sono entrambi i protagonisti, sia pure in modo molto diverso. Hans Peter Miller è il famoso direttore d’orchestra che ha appena finito di dirigere un concerto a Ginevra. Per nulla soddisfatto, con toni arroganti, in camerino mostra tutta la sua rabbia e il fastidio nei confronti della orchestra e del primo violino che hanno suonato male, privi di leggerezza. Di parere completamente opposto è Leon Dinkel, che raggiunge Miller in camerino. Si dichiara un fan pieno di passione, al punto da venire appositamente dal Belgio per applaudirlo. Lo raggiunge per chiedergli un autografo, poi torna per una foto e ancora per lasciargli un regalo.

È un fan al limite dello stalkeraggio oppure i suoi interessi sono diversi e vuole molto di più? A portarlo in scena è Giuseppe Pambieri, che dà al suo personaggio tutte le sfumature richieste dal continuo mutare della situazione. Gli si contrappone Carlo Greco, che, come un rigido, pretenzioso, arrogante direttore d’orchestra, è all’inizio molto sicuro di sé, infastidito dal fan. Tutti modi di affrontare la situazione che a poco a poco devono inevitabilmente cambiare. Cambiano per il personaggio Miller, ma hanno una forte influenza anche su Carlo Greco che, al momento degli applausi finali, appare particolarmente emozionato, toccato nel profondo.

Siamo agli inizi del 1990, poco dopo la caduta del Muro di Berlino, quando si consuma questo duello. Come con dei colpi di spada, che non lasciano scampo e alla fine uno dei due protagonisti ne esce completamente devastato. Anche beffato. Chi dei due però non lo diciamo, per lasciare quelle sorprese che la pièce riserva a ripetizione, come un thriller. Gli attori interpretano in modo coinvolgente i sentimenti dei protagonisti nelle continue variazioni, che l’evolvere della situazione richiede. Un aspetto che, unito al gran ritmo ben sostenuto, rende la pièce capace di emozionare, catturando l’attenzione degli spettatori. Che però alla fine hanno ben più di un elemento su cui riflettere.

Gli attori, grandi interpreti. Ma non solo. Perché, grazie alla attenta regia di Moni Ovadia, in Nota stonata anche i particolari sono rilevanti. La musica classica – suonata, storpiata, tema di dialoghi – è protagonista, ben più che semplice colonna sonora. Ugualmente di rilievo è la scenografia, che, con vari componenti, contribuisce a far avanzare la storia. Sul fondo, uno schermo, mostrando qualche immagine in bianco e nero, contribuisce a far riflettere gli spettatori. Che motivi di riflessione ne hanno ben più d’uno. Perché qui si parla dell’importanza della memoria (storica), del senso di responsabilità, di libero arbitrio. Di colpa e di perdono. Ma anche della capacità, della volontà, di ognuno di selezionare i ricordi. Rimuoverli o renderli protagonisti della propria vita.

(nella foto di Pino Lepera, Carlo Greco e Giuseppe Pambieri si fronteggiano in Nota stonata)

Nota stonata

di Didier Caron

traduzione Carlo Greco

con Giuseppe Pambieri e Carlo Greco

regia Moni Ovadia

foto Pino Lepera

produzione Golden Show, Teatro della Città di Catania

debutto 22 agosto 2020 @ Festival Teatrale di Borgio Verezzi

a Milano al Teatro San Babila dal 9 all’11 dicembre 2022