Anghiari, cena/spettacolo su Tovaglia a Quadri

Difficile che ad Anghiari si possa aggiungere un posto a tavola alla “cena toscana con una storia da raccontare in quattro portate”. L’evento teatral-gastronomico caratterizza da 27 anni il ferragosto del borgo medioeval-rinascimentale di Anghiari nel territorio aretino di Val Tiberina, celebre per la battaglia da cui partì la fortuna della famiglia dei Medici e glorificata nel perduto affresco di Leonardo Da Vinci. E’ sold-out già annunciato per tutte le repliche dal 10 fino al 19 agosto, ma bisogna insistere e un posto a sedere (con piatto accluso) può ancora saltar fuori iscrivendosi alla lista d’attesa, che resta aperta. Mai disperare, soprattutto perché la situazione è veramente degna di uno sforzo di caparbietà, di quelle imprese che restano impresse nella memoria dello spettatore. Anche se le cose sono un po’ cambiate dalle edizioni dell’origine, quando, modellandosi sull’esempio dell’Autodramma di Monticchiello (non troppo distante in linea d’aria e per humus culturale), i cittadini del paese hanno cominciato a proporsi come attori che mettono in scena, in un’autobiografia teatrale, storie e figure del loro vivere quotidiano in un’originale combinazione di urgenze contemporanee e retaggi della tradizione.

Fino a un paio d’anni fa l’evento si teneva nel magnifico set della Piazzetta del Poggiolino, terrazza naturale sulla piana sottostante e sullo skyline dell’intero paese. Ma le norme anti-covid della scorsa estate hanno portato a trasferirsi nell’alternativa cornice del cortile del Castello di Sorci, storica costruzione aristocratico-rurale appena fuori dal borgo. E proprio da questo trasloco obbligatorio prende lo spunto la cena/spettacolo dell’edizione odierna.

La XXVII edizione di Tovaglia a Quadri torna oggi nel Castello di Sorci per iniziare da qui un nuovo percorso della sua storia, che nel corso degli anni ha permesso a una comunità di raccontare a sé stessa (residente) e agli altri (ospiti esterni) le proprie vicende, tanto il brigantaggio locale che l’emigrazione in terra d’Argentina, le deportazioni nazifasciste come la crisi dell’artigianato con la conseguente crisi economica, la presenza di Leonardo al pari di quella dei nuovi immigrati impegnati nella coltivazione del tabacco, la svendita dell’acqua pubblica o i casi dell’Anghiarina, celebre cortigiana di queste lande alla conquista del Vaticano. Un patrimonio di memorie e problemi di un microcosmo serviti alla collettività del macrocosmo esterno come elementi di stimolo e rispecchiamento, forma diversa di nutrimento del pensiero, altrettanto fondamentale rispetto al nutrimento offerto dalla gastronomia sulla tavola.

Il lavoro degli abitanti-attori della Valtiberina di quest’agosto 2022 ha per titolo Liceo Contadino su drammaturgia originale di Paolo Pennacchini e di Andrea Merendelli, che firma anche la regia. Al centro è una questione che riguarda tutti, cittadini di un villaggio o di una metropoli: indipendenza energetica e autosufficienza alimentare si possono insegnare? Ne consegue la risposta di un possibile ricorso ai modi e alle soluzioni dell’antica civiltà contadina. Così ci si chiede (in stile comico toscanaccio) se il fiato delle mucche nella stalla può davvero scaldare quanto il gas russo o se i prodotti dell’orto a km.0 possono essere tutti compatibili con un forno a legna. I contadini di un tempo sapevano come comportarsi al riguardo. Nel Liceo Contadino di oggi sarebbero i soli a poter insegnare davvero ai nuovi contadini toscani (e non solo a loro) come zappare con profitto la terra. A fine “corso di laurea” non più diplomi di maturità, ma una zappa robusta. Un divertente paradosso o una drammatica profezia? Ce lo recitano tra una portata e l’altra gli abitanti-attori di Anghiari, che anno dopo anno sono diventati ottimi interpreti a recitare e veri beniamini di spettatori-avventori che arrivano tanto per loro quanto per il delizioso menù, dichiaratamente realizzato con prodotti italiani, garantiti, sicuri e controllati.

Gli autori dei testi e gli organizzatori intanto fanno importanti anticipazioni sulle edizioni degli anni a venire. Dichiarano che Tovaglia a Quadri continuerà a cambiare location, alla ricerca ogni volta del luogo adeguato al tema scelto, sia per trovare e rivelare nuovi angoli del territorio e per sottolineare il senso di perenne transizione della nostra epoca. Nelle loro comunicazioni affermano «L’edizione 2022 di Tovaglia a Quadri è un primo, fondamentale passo di questo nuovo percorso che metterà alla prova la nostra capacità artistica, organizzativa e logistica. Siamo altresì profondamente convinti che sia il tempo per rimettersi in cammino, per uscire dai sentieri già battuti e scoprire, sperimentare, valorizzare. Già da questa edizione saranno introdotte alcune novità che nascono dalla volontà di mettere a valore il potenziale generativo del contesto artistico e comunitario di Tovaglia a Quadri quale terreno di incontro, dialogo, costruzione di relazioni e di nuove comunità. Narrazioni innovative e condivise del processo di produzione, così come eventi speciali che in alcune delle serate andranno ad arricchire l’esperienza dei commensali, coinvolgendo nel post-spettacolo le nuove generazioni in nuove forme d’intrattenimento».

L’ambientazione non è certo da meno. Anghiari è inserito nella lista dei Borghi più belli d’Italia, insignito della Bandiera Arancione del Touring Club, nonché tra le Città Slow (città del buon vivere).

Al Castello di Sorci di Anghiari (AR) dal 10 fino al 19 agosto 2022