Tre giorni di teatro in inglese al Factory32

Tre giorni di teatro in lingua inglese: li offre a Milano Factory32 rimarcando così il suo spirito internazionale. L’International Weekend, novità della stagione 2024-2025 per il teatro di Valentina Pescetto, si presenta come un’occasione – non molto frequente – in grado di conquistare un pubblico anglofono o che parla inglese come seconda lingua o, ancora, che frequenta una scuola o un corso di inglese. Con questo elemento in comune i tre spettacoli in programma si annunciano però molto diversi tra loro.

Body 115, in programma venerdì 8 novembre alle 19.30 parte da un fatto di cronaca per poi dare vita a un incontro tra poesia e teatro. «Il 18 novembre 1987 – si legge nella presentazione – un incendio scoppiò nella stazione della metropolitana di King’s Cross a Londra, causando 31 morti. Una vittima non identificata, nota per oltre 20 anni come “Body 115”, appare qui, come il Virgilio di Dante, come spirito guida per accompagnare il poeta Jan Noble dalle fogne di Londra al cuore di Milano. Un viaggio nella metropolitana di Londra, diventa una discesa negli inferi in questo pluripremiato spettacolo di un’ora».

Sabato 9 novembre alle 19.30 è la volta di Brilliant Traces di Cindy Lou Johnson. Interpretato da Anita Panzeri e Alessandro Ravagnati è presentato con queste parole «Henry Harry vive da eremita in mezzo alla tundra dell’Alaska, quando Rosanna DeLuce irrompe nella sua casa. Fradicia dalla testa ai piedi, in abito da sposa, non è chiaro neanche a lei cosa l’abbia condotta in quel luogo o cosa le abbia fatto abbandonare in fretta e furia il suo matrimonio in Arizona, a migliaia di chilometri di distanza. Durante il corso dello spettacolo, questi due estranei finiranno per abbattere i muri che si sono costruiti ed esporre le loro “Brilliant Traces”, le tracce brillanti, cicatrici invisibili che li rendono umani».

Il terzo appuntamento della tre giorni di teatro in lingua inglese è domenica 10 novembre alle 16.30 con Can you hear me? «Un microfono, un attore, un monologo e tante cose da dire. A metà tra teatro di narrazione e performance, “Can you hear me?” è una canzone di protesta scritta insieme a giovani adolescenti: coloro che non potranno più evitare le conseguenze del surriscaldamento globale e di un mondo che sta piano piano morendo. Sarà l’attore in scena a farsi portatore delle loro parole e a dare loro voce, in un susseguirsi di testimonianze e immagini che desiderano invitare lo spettatore alla scoperta di sentimenti così intimi da essere, in realtà, universali».

(Nella suggestiva foto il protagonista di Body 115, che apre la tre giorni di teatro in lingua inglese al Factory32)